La Legge del Tempo è considerata un principio universale.
Afferma e sostiene che la galassia e tutto il suo contenuto siano uniti e tenuti insieme da una frequenza di temporizzazione comune, la costante del rapporto 13:20, che connette l'intero universo in un arazzo armonico e armonioso di unità synchronica.
Tale rapporto 13:20 si riflette nel corpo umano, con le sue tredici articolazioni principali e venti dita totali tra mani e piedi.
In contrasto, la civiltà moderna segue una frequenza di temporizzazione artificiale, che opera secondo una frequenza di temporizzazione irregolare e meccanicistica, rappresentata dal rapporto 12:60 (calendario di 12 mesi, orologio di 60 minuti).
Questa frequenza artificiale governa il sistema di credenze predominante della nostra civiltà attuale. Perpetua la convinzione che la terza dimensione sia l'unica realtà esistente e promuove la conformità e l'uniformità del pensiero.
Allinearsi alla frequenza delle 13:20 significa tornare ad orientarsi con i ritmi naturali dell'universo, per passare dalla percezione meccanicistica e lineare del tempo a una comprensione più ciclica, synchronica e radiale.